MOSCHINO: QUANDO LA MODA SI ISPIRA ALL'ARTE


Che il periodo Pop non fosse mai finito si sapeva, o almeno io ne sono profondamente convinta. Ne è una prova che i suoi principali meccanismi regolano ancora oggi le risposte della società. 
La grandezza della Pop-art sta nell'aver capito l'importanza del "cimelio", che è la stessa strategia che regola le più importanti campagne pubblicitarie. Basti pensare a qualche anno fa con i brand tipo la Coca-cola o la Nutella. La personalizzazione di un mero oggetto che possono possedere tutti rende quel determinato oggetto, non più comune ma unico. E' per questa ragione che i gadget funzionano così bene. Perchè le persone comprarono scatoloni di Coca-cola solo per trovare quell'unica con scritto il proprio nome. 


Per questo motivo, in un era post industriale, il gadget non può che continuare a proliferare. Ed è lo stesso principio che ha compreso e fatto suo l'art director di Moschino, Jeremy Scott. Un creativo che vale tutti i soldi spesi dalla Maison. 


E' ormai da tre anni che ci ha abituati a rimandi pop. Scott ha compreso alla perfezione l'era del consumismo in cui siamo, l'ha fatto così tanto bene da rendere attuali opere d'arte ormai datate.



La prima campagna, quella che ha scioccato il mondo della moda, è stata la collaborazione con la nota catena di ristorazione, McDonald's. Modelle filiforme sfilarono con indosso maxi felpe con il brand in primo piano. Un gioco di parole, la famosa M gialla è diventata l'iniziale di Moschino. Tutte le ragazze impazzirono per la cover dell'iphone a forma di pacchetto di patatine. Jeremy ha iconizzato un brand, che è la stessa cosa che fece Andy Warhol.



L'anno dopo ad essere presa come icona è stata la nota bambola, amata da tutte le bambine dagli anni '50 ad oggi, la Barbie. Modelle vestite come la famosa icona di stile, felpe con il logo di Moschino scritto con lo stesso font di quello della Barbie. Altre case di moda, più alla portata di tutti, hanno seguito il suo esempio, penso alla Tezenis che un mese fa è uscita con una campagna interamente dedicata al brand.





Moschino raggiunge il suo massimo con i profumi.
Il primo è di un anno fa: un orsacchiotto di peluche indossa una maglietta con scritto: This is not Moschino toy. Un' ironica riproposta della celeberrima opera di Magritte " Ceci ce n’est pas une pipe". 



Ma quest'anno? Scott si ispira ancora una volta al grande Andy e crea Fresh, un profumo con il packaging di un detersivo, come quello che tutti abbiamo in casa.  Non c'è nulla da fare l'art director di Moschino possiede genialità e furbizia. 

                     





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